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LA GATA BIGIA

Posted: November 14th, 2013 | Author: | Filed under: General | Comments Off on LA GATA BIGIA

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Ho da poco saputo che la migliore amica di mia nonna (classe 1903) era una ex suora che si era dedita alla pittura di soli nudi femminili. Mia madre (classe 1946) ha dovuto abortire all’età di 16 anni con i ferri da maglia, a 18 anni ha dovuto combattere per imparare a guidare e poi per i suoi diritti in fabbrica. A 32 ha dovuto di nuovo lottare per non spergiurare davanti a nessuno amore eterno per quello che poi sarebbe diventato mio padre. Dalle mie parti dicono: “bigia la gata, bigi i gatè” (tigrata la gatta, tigrati i gattini).

Anche se hanno passato con me solo pochi anni, voglio ringraziare queste due donne speciali per quello che sono state e per quella parte di loro che mi hanno passato. Dicono tutti che abbiamo gli stessi occhi, io spero anche lo stesso cuore.

 


ANCORA SIAMO QUI

Posted: October 25th, 2013 | Author: | Filed under: General | Comments Off on ANCORA SIAMO QUI

Già, signore e signori. Stiamo ancora qui. Qui, proprio qui, allo stesso punto dove probabilmente ci troviamo da sempre. Mettetevi comodi perchè abbiamo tempo ancora per goderci questo luogo in cui se sei femmina e vieni stuprata la prima cosa che si fa è cercare la tua colpa o, meglio , la tua responsabilità. Il passo successivo di solito è cercare le attenuanti o, meglio, le giustificazioni al comportamento del lui o dei loro che hanno deciso in maniera univoca che era ora di fare sesso, e te lo hanno imposto.

Ma facciamo un passo alla volta, parliamo della colpa delle donne che, come ben sappiamo, si portano appresso il peccato originale, che non è un peccato qualunque, è l’originale, quello di cui tutti gli altri peccati sono copie.

Allora, non sappiamo ancora bene dove sia situato questo originale peccato, magari proprio fra il cervello e l’intenzione(), ma c’è e ad ognuna di noi pare tocchi una parte del conto da pagare, non in parti uguali certo, come è normale fra gli esseri umani.

A qualcuna tocca la morte e ad altre “solo” le botte, a qualcuna tocca lo stupro singolo e ad altre di gruppo. Le più fortunate subiscono solo l’affronto dell’essere considerate (e trattate da) esseri inferiori mentre per quelle che se la passano meglio in assoluto la fortuna non c’entra niente e sono …beh..io uso chiamarle “le Santanchè”, perchè una parola che racchiuda il senso e descriva meglio non la trovo.

Tranne che per lo stupro, per tutto ciò che di male ad una donna può toccare la causa è considerata normalmente solo la sua condizione di femmina, è nata così e questo le tocca; ma per la violenza sessuale è diverso (e un po’, ma meno, anche per le botte): fino a prova contraria se una donna viene costretta a fare sesso contro la sua volontà deve aver fatto qualcosa per provocare la situazione.

Magari si è vestita un po’ troppo poco, magari ha bevuto troppo oppure ha dato troppa confidenza, può essere pure che abbia fatto intendere che le andava di fare l’amore oppure, e qui la voce del popolo è pressochè unanime, può aver deciso mentre pomiciava che non le andava più. Il recesso in corso d’opera alle femminucce non è concesso, se ormai avevi detto  sì o anche solo forse  ti prendi la tua bella dose di minchia e zitta che se no mi innervosisco pure, mica si può mandare a casa un aitante maschio arrapato a masturbarsi in solitaria.

Devo dire che se questi pensieri fossero prerogativa di gente destroide e con tatuato “cattivo” sulla fronte e, soprattutto, se non appartenessero mai a persone di genere femminile, io mi sentirei meglio, starebbe nelle cose, un bel vaffanculo ai fascisti maschilisti ignoranti et voilà. Ma non è così, queste cose escono dalle bocche di donne e uomini di ogni ceto, religione e dichiarata fede politica; puoi sentirle dalla vicina di casa che ti commenta sul pianerottolo l’ultimo fatto di cronaca, puoi sentirle dai parenti a una cena di natale o al bar.

E poi puoi trovarle pure sui giornali e ti puoi anche trovare a leggere un articolo in cui quando l’argomento è lo stupro si condanna la leggerezza degli usi dei giovani, che se considerano il sesso un gioco poi va a finire che si fanno male, tipo l’adorabile duetto De Gregorio-Giovanardi che se lo ripeto un altro po’ mi suona già famigliare come Bossi-Fini.Qui però siamo oltre, non è più colpa delle donne che provocano e basta, è colpa di tutti i giovani che provano a viversi il sesso in maniera meno bigotta e malata di come sarebbe loro imposto e alla fine  sono le donne a pigliarlo, letteralmentee, in culo: svolgimento del tema effettivamente originale, finale scontato.

E quindi siamo ancora qui, brutto da dire e ancor più da vivere, ma tant’è:

mettiamoci l’anima in pace,  vestiamoci bene che tanto ormai arriva l’inverno ed è pure più facile,  guardiamo per terra,  non parliamo con nessuno,  non regaliamo mai e poi mai un bacio o una carezza a un uomo se non siamo sicure al cento per cento di voler almeno maneggiargli il cazzo, beviamo solo acqua o bibite preferibilmente dietetiche (così, già che ci siamo, manteniamo anche la linea oltre alla virtù) e, per carità, non giochiamo con il sesso, che è una cosa seria, non divertiamoci e non diamo mai e poi mai segni di godimento nel farlo, che poi se vedono che ci piace hanno una scusa in più. Sai mai che il prossimo stupratore dichiari: “Se alle donne piace scopare, allora le ho fatto un favore”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


LA MAMMA E’ SEMPRE LA MAMMA

Posted: October 22nd, 2013 | Author: | Filed under: General | Comments Off on LA MAMMA E’ SEMPRE LA MAMMA

Ho 35 anni e la cosa che mi sento dire più spesso dopo “ciao” e “prenda lo scontrino” è “Quand’è che ne fai uno anche tu?” con ovvio riferimento ai figli.

Visto che ho sempre risposto che probabilmente figli non ne farò mai le persone che mi circondano si sono, con il tempo, divise in varie scuole di pensiero sul mio conto: chi crede che odi i bambini (l’orco del terzo millennio), chi pensa che debba solo trovare l’uomo giusto, chi mi accusa di cinismo(?) e chi di aridità(!). Qualcuno mi vuole lesbica repressa e qualcuno traumatizzata da qualche oscuro evento. Qualcuno addirittura collega questa mia affermazione al fatto che ho perso mia madre piuttosto piccola e che quindi mi è mancata la guida verso la retta via(se avessero conosciuto la Buonanima si ricrederebbero, fortunatamente mia madre era femminista ).

Il problema in realtà è tutto loro, dei sopracitati, perchè io problemi non ne ho. Non volere un figlio, oltre che un diritto(e ci mancherebbe!!!) è semplicemente non volere un figlio. NULLA DI PIU’. Ma questa società maschilista e mammocentrica non lo può accettare e così divento argomento di dissertazioni inopportune e giudizi accompagnati da spiegazioni fantascientifiche.

Di tutta questa storia quello che in realtà non riesco a farmi andare giù non sono tanto gli sguardi di disapprovazione o il disaccordo in sè, piuttosto è la consapevolezza di quale condizione socio-culturale, di quale miseria umana e di quanta ignoranza si celi dietro ad ogni commento e giudizio.

Sono quelle facce stupite delle donne stesse davanti ad una persona che non crede che la maternità sia una condizione necessaria all’evoluzione di un corpo e di un anima femminili. Sono le corse scomposte per accaparrarsi un giaciglio caldo in un angolino pulito pulito del mulino bianco che mi fanno venire voglia di vomitare. E’ la reclusione di ogni essere vivente nel ruolo che gli si vuole assegnare e l’impossibilità di accettare l’altra come un’individualità unica e per questo non riducibile ad una macchina da riproduzione, nè di esseri umani nè di modelli sociali.